Data di pubblicazione, 17 aprile 2024 

l'unione fa la forza

Sei sicuro che le persone che
frequenti ti rappresentino davvero?

Ogni volta che entriamo in contatto con una persona creiamo una contaminazione di esperienze. Per un breve lasso di tempo condividiamo una parte del nostro vissuto, doniamo una piccola parte di noi e riceviamo in dono una piccola parte dell’altro.

Pensa a quando si è costretti, ad esempio, a trascorrere un periodo di tempo all’estero, magari per motivi di studio o lavoro.

 

Partendo da questa ipotesi, analizziamo due scenari alternativi e valutiamo le differenze.

Immagina di essere costretto a lasciare famiglia, amici e conoscenti per trasferirti in un paese straniero completamente da solo.

In questo caso sarai costretto ad ingegnarti per trovare il modo d’integrarti in un nuovo tessuto sociale che potrebbe anche essere completamente diverso da quello a cui sei abituato.

 Solitamente quello che succede è che per i primi periodi si ha difficoltà a comprendere la lingua e questo crea sicuramente una serie di piccoli e grandi ostacoli ai tuoi progetti di vita. Certo, potrai sempre aiutarti con l’inglese, ma non sempre questo potrà salvarti.

 

 

Superata questa fase, però, con un po’ d’impegno, troverai il modo di comunicare. Imparerai una lingua straniera e cercherai di farti aiutare da tutte le persone che ti circondano per velocizzare il processo. Sicuramente avvertirai ancora delle difficoltà, ma almeno saprai che è solo questione di tempo.

Sarà proprio questa consapevolezza a farti sentire ogni giorno più sicuro e inizierai ad osare sempre un po’ di più. Così facendo, dopo qualche mese, probabilmente sarai in grado di conversare tranquillamente in quella lingua, anche se ci impiegherai qualche secondo a tradurre mentalmente ciò che vorrai dire.

A furia di parlare con persone diverse e vivere quella città ne comprenderai i meccanismi, al punto di arrivare prima a pensare e poi addirittura a sognare in quella lingua.

Ipotizziamo adesso il caso in cui decidessi di raggiungere un tuo amico che si sia trasferito in un certo paese straniero qualche mese prima di te.

In questo caso, ovviamente, ti rivolgeresti a lui per farti aiutare, almeno nelle fasi iniziali. Accade così che ti ritrovi ad essere il suo coinquilino e che, affrontando difficoltà simili, decidiate di fare corpo per cercare di inserirvi e trovare il vostro posto in questo nuovo mondo.

In questa ipotesi, gli scenari che potrebbero verificarsi sono due: se entrambi desiderate entrare a far parte di quel tessuto sociale, vi sosterreste a vicenda velocizzando, anche di molto, il processo; nel caso, invece, che anche solo uno voi due, non abbia sufficienti stimoli o non sia disposto a faticare per ottenere quel tipo di risultato, allora entrambi riuscirete a vivere solo un’esperienza a metà.

Si può dunque dire che le relazioni ci formano, che nel bene e nel male ci insegnano qualcosa, che ci danno modo di esprimerci e sperimentare. In altre parole, ci definiscono ed ecco il perché ho aperto questo articolo ponendoti direttamente la domanda: Sei sicuro che le persone di cui ti circondi ti rappresentino?

"Siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più!"

Tutti abbiamo sentito almeno una volta questa affermazione, ormai celebre, di Jim Rhon.

Ti sei mai chiesto davvero cosa significhino queste semplici parole?

Ovviamente ciascuno di noi frequenta molto più di cinque persone, ma tra queste, per chi saresti disposto a gettarti nel fuoco? Sei più che sicuro che farebbero altrettanto per te?

Tra loro, chi lasceresti parlare e agire in tua vece indipendentemente dalla situazione e senza esservi preventivamente consultati?

Immagino, che la tua lista si sia drasticamente assottigliata. Bene, perché sono queste e solo queste le persone che ti rappresentano.

Se ti trovi a tentennare anche solo un pochino nel rispondere alle domande che ti ho appena fatto, allora ti consiglio vivamente di valutare attentamente le implicazioni di quel rapporto.

Il fatto di avere degli amici d’infanzia, per esempio, è meraviglioso, ma a volte accade che ad un certo punto si intraprendano percorsi di vita differenti e che questi portino inevitabilmente ad una ridefinizione dei propri valori. Sei sicuro che quell’amico, per cui provi un sentimento quasi fraterno, ti rappresenti ancora?

Se la risposta è no, non vuol dire necessariamente che siate destinati a tagliare i ponti e perdervi di vista, ma, proprio come accade con un fratello, sarà opportuno stabilire delle regole e dei confini personali per il reciproco benessere. 

Lo stesso discorso vale anche per tutti i rapporti familiari. Ovviamente, non puoi tagliare i ponti con la tua famiglia solo perché non ti senti rappresentato da loro, anche perché non sarebbe per niente sano. Quello che puoi fare però è stabilire i giusti confini entro i quali agire nel pieno rispetto dell’altro e imparare a dire no quando sentiamo di doverlo fare.

Poi ci sono quelle amicizie che, purtroppo, nascondono secondi fini. Queste si rivelano sempre dannose sul lungo periodo, quindi sarebbe il caso di declassarle a semplici conoscenze, mettendosi al riparo da inutili sofferenze. 

D’altro canto, oltre a valutare quanto gli altri possano beneficiarti, devi capire anche cosa sei disposto a dare al prossimo in questo momento della tua vita ancor prima di pretendere qualcosa in cambio. Questo vale per le amicizie, per i rapporti di lavoro, ma anche e soprattutto in amore.

Scegli si frequentare persone che trasmettono energie positive

Vedi, coltivare delle relazioni sociali e amorose richiede un grande investimento emotivo. L’energia, però è una risorsa limitata e va dunque dosata con intelligenza. Quando si vive un rapporto, la quantità di energie investite per farlo crescere forte e sano, vengono compensate da quelle donate dall’altro e questo ci fa sentire rinnovati e pieni d’entusiasmo. 

A volte però accade che le persone che ci orbitano intorno prosciughino tutte le nostre forze emotive senza donarci nulla in cambio. Io li definisco, in modo non molto carino, lo ammetto, “parassiti emotivi”.

Questo tipo di persone sono solitamente amareggiate dalla vita, si sentono vittime di un complotto dietro l’altro. Non si mettono mai in discussione, poiché sono
convinti di non avere nessuna responsabilità per le cose brutte che gli accadono. Sentono piuttosto di essere speciali e, per questo motivo, richiedono attenzione e presenza costante. Semplicemente, tutto gli è dovuto, quindi saranno loro a decidere come e quando concederci attenzioni e sostegno in cambio.

Queste persone sono bravissime a farti credere di essere la tua ancora di salvezza, salvo poi sparire alla prima difficoltà.

Frequentando questa tipologia di persone, non farai altro che diventare esattamente come loro, lamentoso e perennemente insoddisfatto. Quando questa metamorfosi sarà compiuta, il parassita emotivo perderà interesse nei tuoi confronti, inizierà ad allontanarsi gradualmente e cercherà di attirare a sé qualche altro malcapitato, un po’ come accade alla falena con la lampadina, con l’unico obiettivo di vivere di luce riflessa.

Quando avrai ben chiara la situazione, ti consiglio quindi di lasciare andare tutti quei rapporti che sarai arrivato a considerare “poco sani”. 

Con il tempo e le energie emotive che risparmierai in questo modo, potrai finalmente trovare i “tuoi pari”.

In fondo, anche se tutti ci sentiamo unici a modo nostro, al mondo siamo più di otto miliardi, quindi è matematicamente impossibile che non esista nessuno con cui saresti capace di entrare in empatia.

Quindi non hai scusa, vinci le tue insicurezze e paure, esci fuori dal guscio che ti sei creato e vai subito a cercarle.

Perché è così importante avere delle relazioni sociali

L’essere umano è un “animale sociale”. Così almeno scriveva Aristotele e, a quanto pare, nonostante siano passati migliaia di anni ancora nessuno è riuscito a dimostrare che avesse torto.

Al contrario, ormai non si contano più la quantità di studi ed esperimenti sociali che dimostrano che avere relazioni sociali è fondamentale per il corretto sviluppo psico-fisico di ogni persona. Sembra infatti che avere delle sane relazioni impatti direttamente sulla qualità complessiva dello stile di vita di ogni essere umano. Aiuta ad entrare in contatto con la propria parte emozionale, proteggendoci maggiormente dagli effetti dello stress e arrivando addirittura ad influire sulla longevità della persona. Le relazioni sociali infatti arrivano a dare un senso all’esistenza fornendo una serie di scopi che ci aiutano a rimanere motivati e concentrati sull’obiettivo.

In più, stare in buona compagnia stimola la produzione di dopamina ed endorfina, meglio conosciuti come gli “ormoni della felicità”, quindi migliora il tono dell’umore. Sentirci sostenuti, amati e protetti, ci fa sentire molto più forti e questo ci porta ad essere più coraggiosi ed audaci. 

Dato che abbiamo chiarito sin da subito che il nostro obiettivo è il successo, già solo questo aspetto potrebbe fare tutta la differenza.

In che modo la tua rete sociale può diventare uno dei segreti del tuo successo

Al di là del buonumore, un sano rapporto interpersonale ti porterà a fare conversazioni stimolanti. Scambiandosi esperienze e consigli, riuscirai ad apprendere una grande quantità di informazioni e ad avere un’apertura mentale altrimenti inaccessibili.

Scegli dunque conversazioni di qualità. Fallo sempre, anche quando si tratta solo di passare del tempo sui social o su internet in generale. I concetti espressi vengono comunque registrati dalla tua mente e, alla fine, ti influenzeranno in qualche modo. Meglio allora scegliere di subire degli influssi di qualità, non credi?

 Filtra le informazioni che riceverai con senso critico e lasciati ispirare da coloro che hanno già compiuto parte del percorso che adesso stai cercando d’intraprendere anche tu.

Chiedi l’opinione altrui sugli argomenti più disparati e soprattutto impara a tenere le orecchie e la mente belle aperte su ciò che hanno da dirti. Ti scoprirai ad imparare e a crescere tantissimo.

Quando un rapporto è sano, infatti, non esiste sentimento d’invidia, quindi si è ben predisposti nei confronti del prossimo. Si cerca di sostenerlo ed aiutarlo ogni qualvolta se ne presenti l’occasione, perché già solo il fatto di essergli stato utile ci fa sentire soddisfatti. Si innesca un sentimento di reciprocità che porta entrambe le persone a vivere una spirale ascendente positiva.

Ovviamente, questo discorso è valido sia nel caso di un rapporto a due che in quello di un rapporto di gruppo. Anzi, nel secondo caso, data la varietà di esperienze personali dei membri, gli effetti potrebbero addirittura essere amplificati.

Relazionarsi con persone che hanno “anime affini” alla tua, ti costringe ad uscire fuori dalla tua zona di comfort e questo farà in modo che tu possa entrare in contatto con maggiori opportunità.

Hai mai sentito dire “Era la persona giusta al momento giusto?

Fai in modo di diventare come lui, fatti conoscere per quello che sei, oltre che per quello che fai. Ormai, la concorrenza è spietata in qualsiasi settore, quindi, a parità di meriti, sarà la persona a fare la differenza.

Come ho fatto a trovare i miei “pari”

A volte capita di trovarsi in una fase della vita in cui ci si sente incompresi semplicemente perché desideriamo cose diverse rispetto al contesto in cui ci troviamo.

il senso d’isolamento che si genera può arrivare a condizionare pesantemente le nostre azioni, fino a convincerci magari del fatto di essere noi in errore.

So bene di cosa sto parlando, perché l’ho vissuto sulla mia pelle.

Quando ho capito che una delle mie passioni più grandi era la scrittura e la comunicazione, ho cercato un modo per esprimermi in tal senso. 

Ogni volta che mi veniva un’idea, subito arrivava qualcuno che me la smontava. Alla fine mi sono convinta che, nonostante sarebbe stato un bellissimo sogno poter scrivere ed entrare in contatto con i miei simili attraverso questo canale, non sarei mai stata veramente in grado di farlo.

C’erano sempre ostacoli da superare e non riuscivo mai ad intravedere una strada percorribile. Mi sembrava di viaggiare nella direzione opposta rispetto al resto del mondo.

Eppure, sapevo bene che molte altre persone c’erano riuscite prima di me e con un discreto successo. È così che ho deciso di smettere di chiedermi se davvero potessi farlo e ho iniziato a domandarmi: come hanno fatto le persone che sono riuscite a farlo prima di me?

Ho cercato la risposta ovunque e questo mi ha permesso di entrare in contatto con una community di “sognatori e artisti”, proprio come me.

Fortuna ha voluto che avessi avuto modo di conoscere alcuni di loro anche di persona. Abbiamo parlato del nostro lavoro, delle nostre esperienze, ma anche dei nostri progetti futuri e delle nostre speranze. 

Dopo qualche tempo, due persone diverse mi hanno detto praticamente la stessa cosa, anche se non si erano mai parlati fra di loro.

Mi hanno chiesto semplicemente: “Perché hai così paura di provarci?”

È stato come ricevere un pugno dritto alla bocca dello stomaco, perché ho realizzato che avevano ragione.

La paura di fallire era l’unico vero ostacolo!

Avevo trovato finalmente le persone giuste, quelle che avevano avuto il coraggio di dirmi ciò che mi serviva, non quello che pensavano potessi volermi sentir dire.

Da quella stessa sera ho deciso che ci avrei provato seriamente, perché avevo trovato una rete di sicurezza che mi avrebbe supportato e stimolato a fare sempre meglio.

Se state leggendo questo articolo, non avete bisogno che vi racconti il resto della storia.

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