Data di pubblicazione, 08 giugno 2024

Pulizie casa

Tutti, ma proprio tutti, almeno una volta nella vita si sentono sopraffatti dalla confusione che regna sovrana nella propria testa.

A me capita spesso e volentieri. Che si tratti di caos creativo, di periodi di adattamento a grandi cambiamenti o di momenti di analisi e crescita interiore, mi ritrovo tutte le volte a dover riorganizzare i pensieri per tornare a riacquistare la necessaria lucidità.

Con il tempo, mi sono resa conto che ogni volta reagivo con una strana, seppur temporanea, ossessione per l’ordine. Mi ritrovavo a sistemare tutto ciò che non fosse stato riposto al suo solito posto, oppure iniziavo a svuotare armadi e pensili a caso.

Trovavo l’attività del riordino rilassante, soddisfacente. Quello che però credevo fosse una mia peculiarità, ho scoperto poi essere una pratica comune. Ciò che ignoravo è che effettivamente esistono dati a supporto del fatto che riordinare in modo funzionale i propri spazi vitali, aiuti concretamente a fare chiarezza e pulizia anche a livello mentale.

Questo accede perché, da un punto di vista antropologico, esiste una stretta correlazione fra spazio e corpo. Forse non te ne sarai mai accorto, ma utilizziamo terminologie simili per definire sia le attività che riguardano l’ambiente, che per il nostro stato psico-fisico.

Pensa ad espressioni come “prendersi cura della casa” e “prendersi cura di sé”, oppure “riordinare gli spazi” e “riordinare i pensieri”, o ancora “benessere abitativo” e “benessere psico-fisico”. Ciascuna di queste affermazioni ha senso compiuto e indicano situazioni diverse fra loro, eppure utilizziamo le stesse definizioni e attribuiamo a questi termini lo stesso significato letterale.

Quindi è inevitabile che l’ambiente in cui viviamo influenzi direttamente il nostro stato d’animo e viceversa.

Infatti, quando mi trovo ad affrontare i miei momenti di crisi, mi capita spesso di essere consapevole di dover apportare cambiamenti alle mie abitudini o di dover modificare alcune dinamiche instauratesi in modo più o meno consapevole, poiché mi creano stati emotivi di ansia e stress. Quasi mai però riesco ad individuarle al primo colpo e quindi ho bisogno di altro tempo per comprendere come intervenire.

Ovviamente, l’unico risultato che ottengo è quello di alimentare il mio stato di agitazione e malessere.

Ti rivedi in questa descrizione?

Mi scatta un “click” nella testa

Quando questo stato perdura per più di qualche giorno, l’ansa si trasforma in vero e proprio malessere fisico, perché inizio a sentire una morsa alla bocca dello stomaco che non vuole più saperne di andar via.

Mi conosco e so che quando arrivo a questo punto, mi scatta un “click” nella testa. Giuro che mi sembra proprio di sentirlo. Comunque, questo per me è il segnale che è arrivato il momento di iniziare con le “pulizie di primavera”, anche se fosse il mese di novembre.

Ormai, anche il mio compagno lo sa: quando inizio a tirare fuori qualunque cosa da armadi, cassetti e mobili in generale e mi vede girare per casa in tenuta antisommossa contro gli acari e la polvere, sa che “quel momento” è arrivato e che quindi è meglio lasciarmi fare rimandando qualunque tipo di discussione a tempi migliori.

Scherzi a parte, trovo che questo tipo di atteggiamento, a meno che non diventi la regola e quindi un’ossessione, sia terapeutico, poiché aiuta a combattere la procrastinazione, rende più organizzati e produttivi, invoglia maggiormente a prendersi cura anche del proprio contesto familiare e relazionale, procura una sensazione di benessere e soddisfazione che spinge ad una maggiore gratitudine ed accresce l’autostima.

A quanto pare, non sono l’unica di questo avviso. Esistono infatti personalità che hanno fondato le proprie carriere lavorative proprio sull’attività del riordino degli spazi vitali, strizzando un occhio ai benefici psico-fisici di chi la pratica.

Per fare un esempio, forse quello noto ai più, potrei citare Marie Kondo, che da scrittrice di libri di economia domestica, è divenuta negli anni un punto di riferimento nel settore a livello globale, tanto da aver creato il suo omonimo metodo fondato proprio sul concetto di riordino dei luoghi in modo da renderli capaci di suscitare gioia in chi li vive.

(Se vuoi conoscere di più sul metodo KonMari, clicca qui)

Trovo alcune sue tesi decisamente valide, altre meno condivisibili. Quindi, visto che mi piace sperimentare e trovare soluzioni creative ai problemi di tutti i giorni, ho sviluppato il mio personalissimo metodo.

No ho la presunzione di credere che sia più valido di altri, ma posso assicurarti che su di me ha funzionato sempre alla perfezione.

Ecco il mio metodo di riordino funzionale

Solitamente comincio sempre dalla camera da letto. Questo è l’ultimo luogo che vedo prima di addormentarmi e il primo che mi accoglie al risveglio. Visto che è fondamentale cercare di migliorare la qualità del sonno, per ridurre lo stress e avere maggiore concentrazione e lucidità mentale durante la giornata, trovo logico iniziare proprio da qui.

Mi metto al centro della stanza e osservo l’ambiente prendendo nota mentale di tutto il caos visivo che mi circonda. Immediatamente dopo, passo all’azione.

Diciamoci la verità, ormai viviamo circondati da oggetti di ogni genere e forma, sicuramente più di quelli che utilizziamo abitualmente. Questi spesso vengono abbandonati distrattamente in un angolo e, con la reiterazione di questo atteggiamento, ci troviamo ben presto ad essere sommersi da cose inutili.

Faccio sparire dunque dal mio campo visivo tutto ciò che disturba la vista o che non si armonizza con il resto dell’ambiente. Già solo compiere quest’azione, mi fa sentire come se stessi dando forma al mio spazio vitale, poiché selezionare mi obbliga ad interrogarmi sui miei reali bisogni e di conseguenza mi costringe a mettere ordine anche nei miei pensieri.

Ripongo al loro posto tutte le cose lasciate in giro e smisto il resto in due scatoloni, in uno metto le cose che ho intenzione di dare via e nell’altro gli oggetti che meritano una valutazione più approfondita.

Terminata questa fase iniziale, passo alla volta della riorganizzazione di armadi e cassetti. Quando sono strapieni e disordinati, finisco con il mettere sempre le solite cose e questo contribuisce a farmi sentire sciatta e trasandata. Sapere invece cosa mi calza ancora bene e dove trovarlo mi semplifica la vita e rende più piacevole e creativo l’atto della vestizione.

Anche in questo caso ovviamente seleziono i capi da cui voglio separarmi e quelli ancora in forse. I primi li divido ulteriormente in abiti da dare via e abiti da buttare, in quanto irrimediabilmente danneggiati o logori. Ripongo quelli su cui sono ancora indecisa in un contenitore per indumenti che avrò cura di riesaminare in un secondo momento.

La stessa sorte toccherà ad intimo, accessori e scarpe.

Anche se ho la tendenza ad essere un’accumulatrice compulsiva, durante queste operazioni mi impongo di essere quanto più razionale possibile. I primi giorni fatico sempre un po’, ma poi ci prendo la mano e alla fine inizio anche a divertirmi.

Rendi i tuoi spazi confortevoli attraverso la stimolazione sensoriale

Prendendo spunto da tutte le lezioni universitarie sul comfort abitativo, scelgo ogni volta una selezione cromatica di riferimento, poiché il sapiente uso del colore è in grado di stimolare i sensi e favorisce l’insorgere di precise emozioni.

Ogni colore ha infatti il suo significato, associato proprio in base alle emozioni e alle sensazioni in grado di provocare a livello inconscio.

Per esempio, al rosso si associano solitamente emozioni relative all’amore, alla passione, al vigore, al coraggio, alla rabbia e all’appetito; al giallo sensazioni di felicità, spensieratezza, freschezza, chiarore e azione; l’arancione suscita entusiasmo, fascino, felicità, creatività e azione; il verde fa pensare alla crescita, alla salute, alla pace, alla sicurezza, al successo e ai soldi; al blu si associa il sentimento di fiducia, lealtà, stabilità e confidenza; il nero simboleggia il mistero, l’eleganza, la potenza, ma anche la paura e il dolore; il viola dà l’idea della regalità, della nobiltà, del lusso, dell’ambizione e della solennità; il bianco fa pensare all’innocenza, alla purezza alla pulizia, alla semplicità e alla lucentezza.

Potrei continuare all’infinito, ma credo di aver abbondantemente reso l’idea.

Comunque, solitamente evito quelli troppo forti e scuri, poiché assorbono molta luce e danno un senso di cupezza che non vorrei mai provare prima di addormentarmi o al risveglio. Preferisco scegliere fino ad un massimo di tre colori principali, preferendo quelli neutri, e due colori secondari, per dare una nota di carattere, tutti complementari fra loro.

Dedico la stessa attenzione ai materiali. Personalmente prediligo quelli naturali, come tessuti non sintetici, legno, ferro e pietra. Visivamente rimandano a qualcosa di non troppo artefatto e stimolano maggiormente la sensazione tattile.

Infine, non dimentico mai di donare all’ambiente una delicata profumazione che amplifichi maggiormente la sensazione del pulito, aggiungo qualche fonte di luce sistemata ad hoc per creare l’atmosfera giusta e… voilà.

Adesso è un piacere andare a dormire e mi sveglio più rilassata!

Dopo le camere da letto, è il momento di occuparsi delle stanze da bagno e della cucina

Secondo gli stessi principi, mi adopero anche per la riorganizzazione della cameretta di mia figlia. Quando crescerà potrà provvedere come meglio crede, ma, nel frattempo, mi piace l’idea di aiutarla a provare le stesse sensazioni di rilassamento e protezione.

A questo punto, di solito mi sento già molto meglio. Inizio a vedere il risultato del mio lavoro e ci riescono anche i miei familiari. Mi piace molto l’idea di coccolarli e di farli sentire a proprio agio e, nel frattempo aiutare anche me stessa a reagire ad una situazione di stress. Mi sento produttiva e questo aumenta la mia autostima. Nel giro di pochi giorni posso già constatare di star facendo la differenza, quindi perché fermarsi a questo punto?

Passo così alla conquista dei bagni, regni indiscussi di oggetti di qualunque genere, forma, materiale e colore.

Li organizzo in base alla funzione e alla frequenza d’uso, aiutandomi con contenitori portaoggetti da riporre all’interno di cassetti o su scaffali. Mi servo di etichette per dichiararne il contenuto, in modo da indirizzare la ricerca di ciascun oggetto ed evitare caccie al tesoro improvvisate dai vari componenti della famiglia, risparmiando tempo e fatica. Anche per questi ambienti scelgo la stessa profumazione delle camere da letto in modo da creare una sorta di continuità sensoriale.

Arriva quindi il momento di dedicarmi alla cucina. Personalmente, questo è un ambiente critico, che può causarmi enorme stress. Il disordine, infatti, rende difficile preparare le pietanze e scoraggia la pulizia profonda.

Se apri ad esempio un’anta di un pensile e trovi tutte le confezioni mischiate, qual è la tua prima reazione? La mia è quella di richiudere tutto e scappare il più lontano possibile.

Quando succede, tendo a preparare pietanze che richiedano la più breve lavorazione possibile, a volte anche a scapito della qualità dei nutrienti, mangio di fretta, con conseguenti problemi digestivi, e ripulisco altrettanto velocemente, in preda ad uno stato d’ansia. In altre parole, non mi sento a mio agio.

Per questo motivo svuoto e pulisco tutti i mobili e i pensili, controllo le scadenze di ogni singolo alimento e suddivido in gruppi le confezioni. Solo a questo punto riposiziono tutto ordinatamente, in base alla frequenza d’uso.

Essendomi avanzato dello spazio, posso dare finalmente una collocazione anche a tutti quegli oggetti che ancora non avevano una destinazione e giacevano lascivi sui ripiani o sul tavolo.

E per finire mi occupo degli spazi comuni

Per la zona living, infine, riprendo i principi della cromia, delle finiture materiche e dell’eliminazione del caos visivo già illustrate in precedenza. Dove possibile, non disdegno i tendaggi. Questi ultimi, infatti, sono in grado di attenuare sensibilmente i rumori provenienti dall’esterno prevenendo l’inquinamento acustico e migliorano anche l’isolamento termico. In più, e questo è un bonus non da poco, arredano l’ambiente fornendogli carattere.

Un altro elemento che tengo sempre in considerazione è quello dell’illuminazione. Faccio in modo che ogni angolo funzionale abbia la giusta intensità, sia essa puntuale o diffusa. Questo infatti è lo spazio deputato alla socializzazione e all’intrattenimento familiare. Proprio per questo faccio attenzione a non creare zone d’ombra, che suscitano sensazioni negative, e mi riservo qualche angolino in penombra, in modo da favorire la sensazione d’intimità e rilassamento.

Infine, scelgo una profumazione un po’ più avvolgente e stimolante rispetto a quelle della zona notte.

I benefici ripagano di ogni sforzo

Una volta terminate le operazioni di riorganizzazione spaziale sarà finalmente possibile goderne i benefici.

La domanda, a questo punto, è se questi valgono il grande sforzo che richiede una tale riorganizzazione.

Personalmente, ti risponderò che per me sono di gran lunga superiori rispetto alla fatica fatta.

In primo luogo, avrai portato a termine una piccola impresa personale, forse il primo obiettivo che ti sei fissato e che avrai portato a compimento nell’ultimo periodo. Ciò andrà ad influire direttamente sul tuo livello di autostima, poiché sarai consapevole di essere capace di migliorare il tuo livello di qualità di vita con azioni concrete e mirate.

Poiché ci vuole del tempo per portare a termine questo compito, rimarrai concentrato per diversi giorni e questa diventerà un’ottima palestra per allenare la mente a tenere il focus sui tuoi obiettivi. In più, acquisirai l’abitudine all’ordine e questo per estensione ti porterà a fare anche un doveroso decluttering mentale.

Ti accorgerai di riuscire a lasciare andare pensieri e preoccupazioni inutili per fare spazio a nuove idee e progetti.

La ritrovata voglia di fare, diverrà essa stessa il maggiore deterrente alla procastinazione. Infatti, non ti accontenterai più di vivere in una casa ordinata, ma ti verrà voglia di continuare a perpetrare quest’abitudine con la tua auto, con la postazione di lavoro, con la tua persona, ecc.

Infine, non sottovalutiamo il fatto che il resto della famiglia, avendoti visto sgobbare come un matto, cercherà di fare molta più attenzione di prima a non sporcare e questo ti alleggerirà da ulteriori incombenze domestiche liberando del tempo prezioso.

Certo, come ho già detto, sicuramente esistono altri metodi. Questo però mi offre il vantaggio di godere di risultati immediati e concreti agendo contemporaneamente sulla riduzione di alcuni fattori di stress, sull’aumento del livello energetico e dell’autostima.

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