Come ho creato il mio fondo per le emergenze.
di Sabrina Montone
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ToggleData di pubblicazione, 20 maggio 2024
Guerre, prezzi alle stelle, inflazione, obblighi fiscali, precariato travestito da lavoro flessibile, mutuo e rate che si accumulano. Ok, già mi è venuto un gran mal di testa solo al pensiero!
È normale che più di qualcuno, preso dalla disperazione, si faccia abbindolare dalla promessa di diventare ricco velocemente. In fondo, sappiamo tutti che questa è solo una fantasia, ma, quando si è convinti di essere sull’orlo del precipizio, si pensa anche di non avere nulla da perdere e si è più propensi a rischiare in modo scellerato.
Provo tanta tenerezza per queste persone, perché ne ho viste diverse buttare via i propri soldi. Denaro di cui in realtà avrebbero avuto bisogno per soddisfare le proprie necessità primarie.
Alla base dei loro ragionamenti c’è sicuramente la convinzione errata che prima o poi la ruota della fortuna girerà e che sia quindi un loro preciso dovere cercare di cogliere ogni occasione possibile. La verità e che la fortuna ha ben poco a che fare con la finanza, poiché quest’ultima ha bisogno di pianificazione e strategia per poter crescere e diventare forte.
Certo, il colpo di fortuna può
sempre capitare, ma, siamo onesti, quante probabilità ci sono che capiti
proprio a te o a me? Quindi, anche se ci credi fermamente, rischi comunque di
aspettare una vita intera senza vedere mai il tuo sogno realizzarsi.
Un’altra aggravante è quella di credere di meritare un certo stile di vita, anche se non lo si riesce a sostenere. Ovviamente, non ti conosco e non sto affermando che questo sia il tuo caso, però, converrai con me, che esistono abitudini abbastanza comuni che anziché produrre ricchezza, rendono i fragili ancora più poveri.
Esistono delle abitudini che ti rendono povero
Ho conosciuto persone che sono state costrette a rateizzare le utenze domestiche, ma che nel frattempo non rinunciassero ad andare in giro con outfit da capogiro. Oppure, gente che, per un intero anno, si sottopone a sacrifici pesantissimi, ma che poi decide di ricorrere a dei finanziamenti pur di potersi pagare una vacanza di lusso almeno per qualche giorno. L’unica cosa davvero importante per loro è che il posto sia instagrammabile. Sto parlando delle stesse persone che poi non dormono la notte al pensiero delle scadenze.
Mi spieghi a che serve avere l’ultimo modello di iphone, se l’unica cosa a cui serve è fare selfie e postare sui social?
Attenzione, non sto cercando di creare polemica. Sono la prima a sostenere che è preferibile spendere un po’ di più per ottenere in cambio dei prodotti di qualità, che durino e che ci facciano risparmiare tempo e fatica.
Solo che, non credo sia una scelta economicamente intelligente impiegare circa il 10% del proprio stipendio mensile per comprare qualcosa che sfrutteremo al massimo per il 5% delle proprie capacità.
Come vedi, dietro ciascuna di queste scelte c’è in realtà un elemento comune, ovvero la scarsa o inesistente educazione finanziaria.
Nessuno ci insegna come spendere i nostri soldi
L’economia domestica dovrebbe diventare materia scolastica ed essere obbligatoria sin dalle elementari, secondo me. Ovviamente, non mi riferisco a quella che si insegnava alle ragazze italiane negli anni sessanta e settanta, che era più incentrata sulla gestione della casa e della famiglia, ma quella che si insegna oggi in nord Europa e che si occupa della pianificazione e della gestione delle risorse finanziarie familiari, attraverso il corretto uso dei beni di consumo, dei propri soldi e delle risorse del Pianeta.
Una materia del genere sarebbe sicuramente utile per diversi punti di vista. Innanzitutto, preparerebbe le prossime generazioni ad affrontare la vita reale e, contemporaneamente, aiuterebbe a superare la disparità di genere, un retaggio che ancora ci portiamo dietro da tempi passati e ormai lontani.
Non solo, i bambini apprendono facilmente e coinvolgono tutta la famiglia nell’acquisizione di nuove abitudini. Immaga per un attimo che rivoluzione culturale si genererebbe. Un sogno!
Purtroppo però nessuno ci insegna come spendere i nostri soldi, quindi non ci resta da fare altro che rimboccarci le maniche e imparare ciò che ci serve in modo del tutto autonomo.
Io almeno ho scelto questa strada. Non posso dire che sia stato divertente, ma posso affermare che con il tempo diventa più facile addormentarsi e riposare durante la notte.
Ho fatto diversi errori di valutazione durante il percorso, ma, dopo diversi anni e tanti sbagli, credo di aver finalmente capito come spendere i miei soldi cercando di massimizzarne l’impiego.
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Ho già abbondantemente spiegato in un altro articolo di quanto sia importante liberarsi dei debiti nel minor tempo possibile per poter iniziare a pianificare la tua libertà finanziaria. Se non lo hai ancora letto, ti consiglio di recuperarlo al più presto (se vuoi leggere l’articolo clicca qui).
Per farlo, ovviamente devi capire esattamente dove finiscono i tuoi soldi. Capisco che non sia un’attività piacevole, soprattutto in questa fase di grande scoraggiamento, ma l’unico modo per avere un’istantanea della tua situazione finanziaria è quella di iniziare a compilare un budget accurato dei flussi di cassa mensili.
Se sei già iscritto, troverai nell’area riservata un modello di budget mensile che puoi scaricare gratuitamente e stampare (per scaricare il modello di budget mensile clicca qui).
A questo punto, non ti resta da fare altro che compilarlo con le tue informazioni per capire come spendi esattamente tutti i tuoi guadagni.
Una volta che avrai annotato tutte le tue entrate, sarà il momento di elencare le spese che affronti mensilmente per capire a quanto ammonti il tuo attuale stile di vita.
Inizia con le spese fisse, ovvero, annota quegli importi che già conosci e a cui sai che dovrai comunque far fronte nell’arco del mese. Mi riferisco, ad esempio, alle rate del mutuo o al canone di affitto, alle rate dell’auto o di altri finanziamenti in corso, agli abbonamenti della palestra o della pay TV, ecc.
Inserisci nella categoria delle spese fisse anche quelle che sei costretto ad affrontare annualmente. Parlo di spese quali tasse, assicurazioni, ecc. Sai già in linea di massima quanto ti costeranno, quindi dividi questi importi per dodici e metti via una quota ogni mese. Quando arriverà il momento di dover saldare, non avrai ansie, perché avrai già raggiunto la cifra necessaria nell’arco dell’anno.
Passiamo adesso ad annotare le spese ricorrenti, ovvero quelle spese di cui non conosci a priori l’importo finale, ma che già saprai di essere costretto ad affrontare tutti i mesi. Parlo principalmente delle utenze, delle spese alimentari, delle spese mediche, ecc.
In questo caso, a differenza del precedente, dobbiamo ragionare in termini di quote stabilite a priori. Sarà fondamentale, quindi, essere realistici nelle stime e procedere in modo analitico.
Fai un calcolo medio di quanto paghi in utenze tutti i mesi, senza dimenticare le ricariche per rinnovare le svariate offerte sulle linee mobili.
Ragiona sempre arrotondando per eccesso. In questo caso, riuscirai a compensare anche il mese in cui le bollette saranno leggermente maggiori.
Stabilisci una quota per ogni utenza, poiché successivamente sarà più facile capire in che modo poter risparmiare ed abbattere i costi.
Fissa una quota ricorrente anche per la spesa alimentare, per le spese mediche, per l’igiene della casa e della persona, ecc.
Non dimenticare anche di stabilire delle somme da destinare al risparmio, alla formazione – acquisto di libri, corsi di formazione, materiale di supporto al proprio lavoro e simili – e anche al divertimento. Già, perché, se è vero che dobbiamo stare attenti alle spese, è pur vero che bisogna comunque riuscire ad instaurare e mantenere delle relazioni sociali di qualità.
Esiste, infine, un’altra categoria di spese, ovvero quelle derivanti da imprevisti o da eventi eccezionali. Sto parlando delle spese occasionali, le più trascurate e potenzialmente pericolose di tutte.
Queste spese hanno importi molto variabili e potremmo essere costretti a far fronte contemporaneamente anche a due o più di queste in un singolo mese. Da sole sono in grado di far saltare l’intero budget mensile e proprio per questo motivo è fondamentale essere previdenti.
Perché è necessario avere un fondo per le emergenze
Ciascuno dovrebbe destinare una fetta dei propri risparmi alle spese impreviste. Gli esperti sostengono che il fondo per le emergenze dovrebbe coprire almeno tre/sei mesi di spese mensili. Questo dipende dal fatto che potremmo trovarci ad affrontare dei periodi di difficoltà, come, ad esempio, la perdita del lavoro. Questa somma dovrebbe garantirci dunque la possibilità di poter superare i momenti di crisi senza rimanere in ginocchio.
La verità è che, soprattutto all’inizio, quando non si ha ancora il controllo delle proprie finanze e si sta cercando di gettare le basi per la propria solidità economica, riuscire a mettere da parte una tale cifra e contemporaneamente riuscire a liberarsi dei debiti che si sono accumulati nel tempo, diventa un’impresa titanica.
Personalmente, quando lo scoprii, ebbi un attimo di profondo sconforto. Ho sinceramente pensato che non sarei mai stata in grado da risparmiare tutti quei soldi. Poi però ho riflettuto sul fatto che comunque le spese impreviste arrivano e ogni volta sono accompagnate da panico e pene.
Come sempre, non mi sono persa d’animo e ho cercato di fare il meglio che potevo con ciò che avevo a disposizione. Ti spiego brevemente come ho deciso di operare.
Come ho strutturato il mio fondo delle emergenze
Ho destinato una quota mensile al fondo delle emergenze fino al raggiungimento di una cifra di circa 2.000 euro. Ho stabilito poi delle regole a cui mi attengo rigorosamente e che adesso ti illustrerò.
Queste servono a fare in modo da non utilizzare questo fondo come una riserva personale da cui attingere arbitrariamente, ma come una specie di paracadute di sicurezza. Ovviamente, non posso prometterti che sia il miglior modo in assoluto di gestire la cosa, ma posso serenamente dirti che mi ha permesso di proteggermi dalle piccole emergenze e di lasciare andare tutta quella parte di ansia legata alla paura degli imprevisti.
La prima regola per poter accedere al mio fondo delle emergenze è quella di verificare sempre che la spesa da sostenere sia effettivamente una spesa necessaria, inderogabile ed imprevista. Se posso in qualche modo programmarla, significa che dovrò aspettare di raggiungere la quota capitale necessaria e non potrò utilizzare il fondo delle emergenze come scorciatoia.
Questo parametro è fondamentale per evitare di spendere più soldi di quanti in realtà potrei permettermi. Appartengo infatti a quella corrente di pensiero secondo cui prima si deve risparmiare e poi si può spendere.
Non posso prelevare una nuova somma, se non ho restituito prima almeno il 50% del precedente prestito, salvo le dovute eccezioni. Ovviamente, questo mi spronerà a restituire quanto dovuto il prima possibile e a valutare prima tutte le altre possibilità.
Ogni volta che mi sono trovata a dover prelevare dei soldi dal fondo delle emergenze ho stabilito a priori, sia le modalità di restituzione, che una data precisa per il rimborso. Per ogni prelievo, calcolo una maggiorazione del 10% per autofinanziare il fondo stesso.
Cosa accade se non riesco a rispettare le scadenze che mi sono autoimposta? Semplice, mi multo ulteriormente.
Il mio segreto è quello di non considerare quei soldi come risparmi, ma come un modo per autofinanziarmi e sorreggermi in caso di difficoltà. Ogni centesimo d’interesse, infatti, andrà a rimpolpare il fondo e ad accrescerà la mia rete di sicurezza nel tempo.
Ti faccio un esempio pratico
Mettiamo il caso che mi si rompa improvvisamente l’auto. Purtroppo, non possiamo farne a meno per permettere lo svolgimento delle attività del negozio, quindi va necessariamente riparata nel più breve tempo possibile.
Supponiamo che il meccanico mi presenti un preventivo di € 400,00.
In altri tempi, questo mi avrebbe gettato nel panico più totale, perché avrei dovuto cercare di capire come riuscire ad inserire questa spesa imprevista nel budget mensile, rinunciando ovviamente ad altro. In alternativa, avrei dovuto chiedere un pagamento rateizzato, finendo per spendere molto di più rispetto alla cifra iniziale e ipotecando parte dei miei guadagni per i mesi futuri.
Adesso, ragionerei in questo modo. Visto che si tratta di una spesa imprevista, necessaria e inderogabile, potrei prelevare la somma necessaria dal mio fondo delle emergenze a patto di restituirne in totale € 440,00.
Per non andare a pesare troppo sui budget successivi, considererei una restituzione in 5 mesi, per un totale di € 88,00 mensili da ricollocare entro, che so, il 15 di ogni mese. Insomma, procedo esattamente come se richiedessi una rateizzazione e mi comporto come farei se a finanziarmi fosse un qualsiasi ente creditizio.
In conclusione
L’unica, ma sostanziale, differenza è che alla fine dell’operazione, anziché trovarmi ad aver sprecato soldi in interessi, mi ritroverò con il fondo per le emergenze aumentato di quaranta euro. In un certo senso, è come se avessi fatto un piccolo investimento su me stessa.
Questo metodo, unito alla quota mensile che già ho deciso di destinare a questo scopo, mi permetterà di raggiungere con il tempo la cifra necessaria a sostentarmi per i tre/sei mesi previsti. Non solo, il fatto di non dover essere più costretta a ricorrere a risorse esterne per far fronte alle emergenze, mi aiuterà ripianare le mie finanze, in quanto non andranno ad aggiungersi più nuovi debiti a quelli vecchi, su cui sto già lavorando.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensi del mio metodo. Quali sono le tue strategie di risparmio? Se ti va di condividerle con me, scrivimele nei commenti.
Ciao Sabry adoro il tuo metodo di risparmio! Multarsi e ripagare il debito con piccole rate mensili. Non ci avevo mai pensato!
Ciao Sara, ti ringrazio per il complimento!
Vedi, penso sempre che ci sia almeno un modo per risolvere un problema, basta ragionare al di fuori degli schemi.
Questo metodo mi ha aiutato tanto e sono felice di poterlo condividere con chi sta affrontando qualche difficoltà economica in questo momento.